Nella semifinale Italia Spagna abbiamo vissuto un momento molto intenso che ci ha fatto riflettere su una procedura particolare che forse non tutti conoscono alla perfezione.
Parliamo della determinazione, a termine dei tempi supplementari, della porta verso la quale si batteranno i tiri di rigore e della squadra che per prima inizierà la serie.
Tale situazione è stata sottolineata da un gustoso siparietto che ha coinvolto il capitano dell’Italia Giorgio Chiellini e il capitano della Spagna Jordi Alba e, parzialmente, l’arbitro Felix Brych.

Cerchiamo di capire cosa è successo, cosa dice il regolamento e sfatiamo il mito per cui chi batte per primo i tiri di rigore avrebbe più possibilità di vincere, riprendendo le parole di Gerard Piqué dopo la sconfitta della propria nazionale, verificando inoltre la bontà di una sua contestuale proposta sulla formula di battuta dei rigori.

Se due squadre si accingono a battere i tiri di rigore, è necessario stabilire non solo chi batterà per primo, ma anche verso quale porta saranno calciati i tiri di rigore.
Il regolamento nella regola 10 a pag 81 dice:

“I tiri di rigore vengono eseguiti dopo che la gara è terminata e, salvo disposizioni contrarie, le Regole del Gioco pertinenti si applicano. Un calciatore che è stato espulso durante la gara non può prendervi parte; i richiami ufficiali e le ammonizioni adottati durante la gara non saranno tenuti in considerazione durante i tiri di rigore.
Procedura
Prima dell’inizio dei tiri di rigore
- A meno che non ci siano altri elementi da prendere in considerazione (ad esempio: condizioni del terreno di gioco, sicurezza, ecc.) l’arbitro effettua il sorteggio per determinare la porta verso la quale eseguire i tiri, che potrà essere cambiata soltanto per motivi di sicurezza o qualora la porta o quella parte del terreno di gioco divenissero inutilizzabili
- L’arbitro procede ad un altro sorteggio lanciando una moneta e il capitano della squadra che lo vince decide se eseguire il primo o il secondo tiro”

Conoscere il regolamento ci permette di capire che, nella procedura eseguita da Brych, non c’è stato nessun lancio della moneta determinato dall’anomalo comportamento del capitano spagnolo, ma è normale lanciare la moneta due volte.
Per capire meglio, vediamo i fatti: Italia Spagna è terminata in parità anche dopo i tempi supplementari e i due capitani si avvicinano all’arbitro per procedere con il sorteggio. Come da regolamento l’arbitro utilizza il lancio di una moneta come garanzia di casualità. Le monete degli arbitri hanno solitamente due facce di colore diverso, quindi non è complicato verificare l’esito del lancio, anche se si lascia cadere a terra la moneta, per maggiore trasparenza.
Brych indica un lato della moneta e una delle due porte (in corrispondenza della curva dei tifosi italiani) e subito dopo indica l’altro lato e la seconda porta (in corrispondenza della curva dei tifosi spagnoli). Poi lancia la moneta che, cadendo a terra, mostra la faccia corrispondente alla curva “italiana”. Chiellini, quindi, indica la porta corretta, mentre Jordi Alba indica, tra lo stupore dei presenti, l’altra porta, dicendo, in pratica, di aver capito che avrebbero dovuto battere sotto la curva “spagnola”. Il capitano italiano quindi, con una giovialità inattesa, scherza con il collega capitano e lo appella con l’ormai famoso “mentiroso” (bugiardo), scherzando con lui. Viene naturalmente, in modo molto più serio, supportato dall’arbitro che ribadisce la correttezza della procedura: si batterà sotto la curva azzurra.

Come da regolamento poi l’arbitro rilancia la moneta per determinare chi abbia la possibilità di scegliere se tirare per primo o per secondo. Vince capitan Chiellini che sceglie di tirare per primo, continuando con un atteggiamento molto gioviale nei confronti di uno stranito Jordi Alba. Qualcuno ha criticato l’atteggiamento del nostro capitano, qualcuno ha pensato a una mossa psicologica per disorientare l’avversario e “imporgli” la propria figura e la tranquillità spavalda degli italiani. A parte il fatto che il capitano spagnolo non era tra i rigoristi, chi conosce Giorgio Chiellini ne riconosce il carattere scherzoso e spesso espansivo anche a ridosso di prove estremamente importanti. Personalmente mi sono goduto la scena con leggerezza e senza retropensieri. Il resto della storia la sappiamo molto bene.

A valle della sconfitta della propria nazionale. Gerard Piqué, nel suo profilo Twitter, ha sottolineato un presunto vantaggio che avrebbe la squadra che batte per prima i tiri di rigore. "Non è un caso che nelle quattro volte che si è andati ai rigori tra Europeo e Copa America abbia vinto la squadra che ha tirato per prima, le statistiche dicono che il primo ha più opzioni e non trovo giusto che in una competizione del genere un pareggio ti faccia partire svantaggiato".
Per rimediare a questa presunta disparità il difensore ha fatto una proposta: invece di utilizzare la battuta alternata dei rigori (cosiddetto ABAB), utilizzare una sequenza analoga al tennis nel tie break (cosiddetto ABBA), infatti sempre su Twitter aggiunge: "Penso che il format migliore sia ABBA in questo modo le squadre, se non sbagliano rigori, si alternano andando avanti. Dal punto di vista emotivo, calciare per primi incide molto".
Capibile il suo sfogo, meno fondate le sue parole.

Per quanto riguarda il secondo concetto, l’IFAB (International Football Association Board) negli anni passati ha condotto una serie di test sulla possibilità di variare l’ordine di battuta rispetto all’attuale ABAB, sostituendolo proprio con l’ABBA, ma i test, oltre alla relativa complessità della nuova formulazione, non hanno rilevato significativi cambiamenti sull’esito dei tiri di rigore. In seguito a ciò, l’International Board ha decretato che la via dell’ABBA non sarebbe più stata percorsa. Quindi è piuttosto anacronistico richiedere qualcosa che, esperimenti alla mano, è già stato scartato dal legislatore stesso.

Per quanto riguarda il presunto vantaggio per chi batte per primo, si tratta di un bias cognitivo cominciato con uno studio del 2010 (Apesteguia and Palacios-Huerta) e uno del 2016 (Gonzalez-Diaz and Palacios-Huerta) per il quale vi sarebbe una importante differenza in fatto di percentuale di vittoria tra chi batte per primo e chi batte per secondo.
Il fondamento si baserebbe sulla percezione che battere per secondi porti una maggiore pressione psicologica. Purtroppo quegli studi si basavano su un focus errato del “problema”.

In uno studio intitolato “Psychological Pressure and the Right to Determine the Moves in Dynamic Tournaments: Evidence from a Natural Field Experiment” (Mark Kassis, Sascha L. Schmidt, Dominik Schreyer, Matthias Sutter) viene smentito quanto erroneamente dimostrato negli studi precedentemente citati e affermato da Piqué. Questa analisi statistica è servita per determinare l’influenza della scelta della prima “mossa” in relazione all’esito di una contesa, con particolare riferimento ai tiri di rigore al termine di una gara calcistica. I tornei considerati sono stati, tra il 2003 e il 2017: Coppa del Mondo, Campionato Europeo, Coppa America, Coppa d’Africa per Nazioni, Confederations Cup, Champions League, Europa League, Coppa del Mondo per Club, Coppa del Mondo Femminile; e, per il calcio giovanile: Coppa del Mondo U20, Coppa del Mondo U17, UEFA Championship U21, Coppa del Mondo Femminile U20, Coppa del Mondo Femminile U17.
Lo studio determina che non è vero che chi batte per primo ha una maggiore possibilità di vittoria, ma ha maggiore possibilità di vittoria chi sceglie se battere per primo o per secondo, dato che non tutte le squadre preferiscono battere per prime.

Sono state analizzate un totale di 206 serie di tiri, la percentuale delle squadre vincenti che hanno battuto per prime è del 51% (53% se consideriamo i 9 tornei maggiori). Se invece si verificano le 96 serie in cui si conosce la scelta del capitano che ha avuto la possibilità di scegliere se battere per primo, la situazione cambia in modo significativo. Infatti, le squadre che hanno vinto il 60% delle volte (66% se consideriamo i 9 tornei maggiori) sono quelle che hanno potuto scegliere se battere per prime o per seconde.

Abbiamo quindi scoperto un po’ di verità che ci permette di valutare meglio gli accadimenti e di essere magari un po’ più accorti prima di esprimere le nostre opinioni, evitando di basare le nostre congetture su basi non troppo solide. Al di là delle più o meno scherzose accuse di essere “mentiroso” è importante avere la conoscenza per dimostrare le nostre teorie ed eventualmente far vedere, con cognizione di causa, quando qualcuno, probabilmente in buona fede, commette degli errori.


Massimo Dotto

Informatico e Osservatore Arbitrale di calcio a 11 a livelli nazionali fino al 2014, per passione da molti anni si dedica al difficile compito di diffondere la conoscenza sul Regolamento del Calcio, in particolare su Facebook. Il Gruppo di cui è co-admin riunisce migliaia di appassionati fornendo materiale unico ed utile per l'analisi delle più disparate casistiche arbitrali ed il mondo dell'arbitraggio.

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